È sempre l’irruzione dell’evento
non annunciato l’abbaglio
della raggiunta pace l’immobile
che non sa d’essere attesa.
Disrupting clay walls
shattering to pieces
frail bulwarks
laboriously erected.
And now what?
E più spessa la creta
e più assordante
il fragore del suo crollo.
Non ha difesa il nucleo
di fronte all’invasione
del condottiero.
_ _ _ _ _ _ _ _
Convergere di mari
di ferite semisanate
correnti miscelate
di sangue non rappreso.
Lì collisione arsura
d’ansia lì è nodo il fulgore
che temo non desidero
che ardo di provare
per divenire pulsar.
Celati nei silenzi
bastioni alle parole
frecce infocate accese
mai mancano il bersaglio.
Leggere il vuoto
colmare l’assenza
col silenzio del volto
col bagliore del senza.
Perché non prima o mai?
Craving for needs
denied needs
to build new walls
of tenderness and will.
And now what?
Ora è pasto la sete
la fiamma che riaccende
acqua che non si spegne
in cenere silente nel trionfo
del non ardere. Sfera
d’annientamento non c’è
sussulto atto a contenere
l’origine né giochi ad armi pari
come fu nei tuoi giorni
come nei miei il ritorno.
_ _ _ _ _ _ _ _ _
Ogni grazia è un addio
un gesto d’abbandono
volto a sé stessi all’umidore
delle cose – costanza
del danzare lievi sul filo
che unisce ardore d’acqua
e fluire di fiamma.
Francesca Diano
(C)2016 by Francesca Diano RIPRODUZIONE RISERVATA
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