Carlo Diano, Opere. A cura di Francesca Diano. Bompiani

Carlo Diano, Opere. A cura di Francesca Diano. Contributi di Massimo Cacciari e Silvano Tagliagambe. Bompiani 2022.

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Finalmente! Dopo moltissimi anni in cui ho cercato di far ripubblicare tutte le opere di mio padre, posso dire di aver tenuto fede a una promessa che avevo fatto a lui e a me stessa molto tempo fa. Un’edizione magnifica, curatissima, che raccoglie per la prima volta gli scritti teorici di Carlo Diano, con alcuni importanti inediti, per una visione pressoché completa della sua ricerca multiforme come filologo, grecista e innovativo interprete del mondo classico, ma anche come scrittore, saggista, teorico di estetica, poeta e, soprattutto, filosofo originale. È possibile seguire in ordine cronologico lo sviluppo del suo pensiero, dai primi scritti a opere di fama internazionale, come Forma ed eventoLinee per una fenomenologia dell’arte, gli importantissimi Scritti epicurei, gli Studi e saggi di filosofia antica, oltre ai rivoluzionari saggi sulla catarsi tragica, su Edipo, sull’Alcesti, su Platone, che nell’interpretazione di Diano rivelano aspetti prima inesplorati. Fulcro del suo pensiero filosofico ed estetico sono le categorie fenomenologiche di forma e di evento che, proprio per i loro tratti distintivi, si danno come strumento d’analisi del mondo greco, ma anche di ogni cultura e civiltà. Fondante è il suo discorso sul metodo, ricorrente in più saggi, che consiste nell’affrontare i problemi col rigore del filologo e l’ampiezza di una conoscenza universale, che annulla ogni barriera tra le diverse discipline. Su queste basi Diano fonda un sistema filosofico ed estetico originale in cui filologia, studi storici, filosofici, scientifici, sociali, storico-artistici e storico-religiosi si integrano a creare un nuovo procedimento di indagine, che gli permette di restituire il senso originale di autori e testi. La vasta cultura, la prodigiosa padronanza della filologia, l’ampiezza di visione, la mente eclettica e anticipatrice, le grandi doti di traduttore sono le solide basi di un sistema filosofico più che mai attuale, che lo pone fra i grandi Maestri del pensiero moderno e contemporaneo.

E’ stato per me emozionante – e commovente – curare l’opera teorica di mio padre; tre anni di lavoro ininterrotto che mi hanno permesso di addentrarmi più di quanto io avessi mai fatto nel suo pensiero.

Man mano che il lavoro procedeva, emergevano i ricordi dei momenti in cui mio padre si occupava di quegli argomenti, i suoi discorsi, i momenti di vita che vi erano legati. Non è stato solo un lavoro di curatela, ma un profondo viaggio nella memoria e nel mio rapporto con lui. Anche un percorso di crescita personale. Un rendere, almeno in parte, l’amore che da lui sempre mi è venuto.

Oltre 2000 pagine di testi in cui il pensiero geniale e anticipatore, sempre anticonformista di Diano, che il suo allievo Massimo Cacciari ha genialmente definito “il grande outsider della cultura italiana e non solo italiana”, si svolge con una coerenza ammirevole e una stringente logica ad esplorare gli aspetti meno noti ed indagati del pensiero e del mondo greco. Definire con un unico termine una personalità poliedrica e travolgente come quella di Carlo Diano, per chi non l’abbia conosciuto, non è cosa molto agevole, ove non lo si voglia chiudere all’interno di classificazioni limitanti che, anche in vita, gli andavano – e sentiva – strette. Non v’è dubbio che la sua fama era ed è legata alla sua attività di grecista e di raffinatissimo filologo, ché ha dedicato la vita allo studio del pensiero greco in tutte le sue sfumature e manifestazioni; ma poi è stato uno storico, un epistemologo non meno che un papirologo, un teorico di estetica, uno storico delle religioni, un grandissimo traduttore, uno studioso di teatro, un poeta, un pittore, uno scultore, un compositore di musica. E infine, e oggi vorrei dire soprattutto, un filosofo, poiché tutto quanto sopra s’è detto è confluito in quello che ormai è ampiamente riconosciuto anche a livello internazionale come un contributo originale al pensiero moderno. Frutto di una personalità multiforme, tutte queste aree d’interesse, che il lettore potrà rintracciare nelle sue opere, alle quali si aggiungeva la conoscenza dei più recenti studi psicologici, antropologici, etnologici, matematici e scientifici del suo tempo, come la sua vastissima biblioteca attestava – fu tra l’altro amico e interlocutore del grande matematico Renato Caccioppoli e si interessò fra i primi alle ricerche nel campo della cibernetica di Silvio Ceccato, della quale vide però subito le possibili insidie – Carlo Diano non le considerò mai quali sfere separate, ma sempre e solo come il fondamento necessario di una visione d’insieme,
di una conoscenza universale, inesauribile nutrimento di una ricerca instancabile che lo conducesse a tracciare una «storia unica dell’uomo… dell’anima», come scrisse in una lettera del 1954 al suo amico Károly Kerényi; a riprova che tale ricerca non fu mai limitata unicamente al mondo dei Greci, ma che questo è stato il fulcro, il cuore pulsante da cui essa è partita per poi superarne i confini e sempre ritornarvi, nella convinzione, come affermava spesso, che «i Greci hanno già detto tutto».
L’aspetto creativo, creativo anche in senso pratico come accennato, ma soprattutto esplorativo della sua natura, dunque, è stato parte integrante del suo impegno di intellettuale e di studioso ed è questo che ha fatto di lui una personalità eclettica e variegata. Quella che un tempo si
sarebbe definita una mente rinascimentale.
Se Diano, che Ettore Paratore definì «il gigante del moderno, del più aggiornato ripensamento del pensiero greco», è stato considerato per molto tempo essenzialmente e a giusta ragione un eccelso grecista e un filologo classico dunque, ciò non esaurisce quel che egli fu. Tale è stato, non v’è dubbio, ma con la necessaria chiosa che la filologia, di cui fu maestro indiscusso, era per lui soprattutto uno strumento d’indagine, non un arido punto d’arrivo, ma di feconda partenza. Era lo scandaglio che gli ha permesso di esplorare fondali nascosti, il radar che lo ha guidato dove non v’erano strade segnate e gli ha rivelato aspetti prima insondati della civiltà che amava, tanto da creare un metodo di ricerca del tutto nuovo e originalissimo, come si può evincere da moltissimi dei suoi scritti.

Eppure, nonostante queste difficoltà concrete, la sua sempre limpidissima parola non ha mai taciuto, il suo pensiero è rimasto vivo, come una vigorosa corrente carsica, come un’eco di fondo. Nel frattempo infatti, sono apparse traduzioni di Forma ed evento in numerose lingue, tesi di laurea sono state scritte, i suoi tuttora innovativi studi su Epicuro, sulla catarsi tragica, sulla tragedia, sugli aspetti meno esplorati del pensiero greco, e molto altro hanno nutrito
più giovani generazioni e affascinato studiosi di varie discipline – a riprova della sua mente eclettica – e nazionalità. Ma è indubbio che l’assenza di un’edizione organica delle sue opere abbia costituito una grave mancanza per la cultura italiana, privata di una parte sostanziale della sua storia.

Carlo Diano a 25 anni

Ma questa importante iniziativa non sarebbe stata possibile senza il concreto sostegno e l’amorevole determinazione di Massimo Cacciari – che fu anche suo allievo – e di Silvano Tagliagambe, ai quali entrambi debbo una riconoscenza che le parole non possono esprimere appieno. Sono stati loro i motori e promotori di questa impresa, che è resa ancor più corposa e preziosa dai loro illuminanti saggi. Grande è anche la mia gratitudine verso Alessandra Matti, che mai ha fatto mancare il suo preziosissimo sostegno, verso Giuseppe Girgenti per i suoi consigli e verso Vincenzo Cicero per l’accurata eleganza del suo lavoro.
Ora questa magnifica edizione andrà nel mondo e permetterà a molti che non conoscono ancora il suo pensiero, o che non lo conoscono a fondo, di attingere ad esso, di esserne ispirati, di analizzare, di esplorare le vie da lui aperte, ancora attualissime e feconde.

Francesca Diano

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