Alicia ha solo vent’anni quando muore. Nata nel 1970, una malattia crudele e incurabile se la porta via, senza che si possa far nulla, la vigilia di Natale del 1990. E lei lo sa. Ma non è solo una giovane ragazza di straordinaria bellezza di cui si può davvero dire: muor giovane colui che al Cielo è caro, è una creatura unica, una guerriera coraggiosa che guarda in faccia la morte da pari a pari, una Nike, ché solo la morte del corpo la vince e negli ultimi quattro anni della sua vita scrive centinaia di testi poetici, di pensieri, di parole in cui travasa il suo amore per la vita, la sua fame di gioia e la sua sofferenza e il dolore e l’amore e la passione e la paura e lo smarrimento e un insieme tale di esperienze che in genere sono la summa di una lunga vita e che in lei – miracolosamente – si concentrano in pochi anni. Quasi la vita di Alicia fosse la quintessenza, il distillato preziosissimo di molte vite. E’ coltissima, acuta, profonda, sapiente come solo coloro che sono in costante contatto con l’Invisibile possono essere; come coloro che ricordano da dove sono venuti e conoscono assai bene il luogo dove presto torneranno. Meteore luminose, comete, anime in volo, la cui scia permane per sempre.
La sua è una famiglia benestante e soprattutto molto aperta e questo è fondamentale perché lei possa vivere esperienze da adulta pur ancora adolescente. Forse di tutti è la più forte, perché sa. Sente anche – in qualche modo lo sente – che il suo passaggio non sarà silenzioso. E allora scrive, scrive, riversa sulla carta oceani di dolore e bellezza. Alicia è il Sublime fatto carne. Moltissimi anni dopo la sua morte, il cugino, l’attore Guillaume Gallienne, rende pubbliche quelle carte, ed ecco che la voce di Alicia si fa cascata e irrefrenabile canto che valica potente un lungo silenzio. Nel 2020 Gallimard ne pubblica una magnifica edizione, curata con amore indicibile da Sophie Nauleau. In Francia è un caso editoriale.
Ma, grazie a un editore illuminato come Andrea Molesini, che, pur nel pochissimo tempo trascorso dacché ha fondato la sua casa editrice, è già in grado di offrire uno dei più preziosi, raffinati, curati e apprezzati cataloghi di poesia e breve saggistica oggi esistenti in Italia, ora Alicia Gallienne è pronta a toccare l’anima anche del lettore italiano. L’edizione italiana – la prima parte delle tre previste – è appena uscita nella magistrale traduzione di Francesco Zambon, che ha saputo preservare la voce diamantina di Alicia. Sentite:
Ancora di più
Martedì 19 maggio 1987
A mio padre
Il giorno sotto le stelle,
E la notte del grande sole,
Nel deserto delle parole appena pronunciate,
Gli occhi che attraversano il sonno
Hanno la loro generosità.
Ma i tuoi sono ancora più puri
Di giorni e di notti.
I tuoi occhi aperti,
Li amo più e ancor più
Di quanto mai parrà…
Sanno consolare senza dire,
E dire senza chiudersi.
Nel segreto delle stelle e delle notti piene di lune,
Nel conforto della saggezza delle lune abitate,
Non ci sono per me rifugi migliori
Dei tuoi occhi dove sempre mi ritrovo,
Senza aver mai niente da chiedere.
E, quando tutto è stato dato,
Mi piace nei tuoi occhi
Trovare ancor di più
Poiché solo i tuoi occhi sono inesauribili nell’amarmi,
Sotto il cielo d’estate
O i giardini della tempesta.
Nel leggere il saggio introduttivo di Sophie Nauleau, io ho pianto a dirotto. Non per la tristezza di una vita falciata tanto presto, non per la tragedia di sapere comunque che quella vita che vivi avidamente presto terminerà, ma per il fulgore che Nauleau ha saputo trasmettere di questa donna/bambina che ha la saggezza di un’antica sacerdotessa e la sapienza di una figura angelica. Alicia, “che nel suo nome ha molte ali”, è la testimone che la lunghezza di una vita non si determina in anni, ma in esperienze vissute e in ciò che dietro di noi lasciamo.
Da giovane Carlo Diano ha scritto, pensando evidentemente a creature come lei: <<Nascono talvolta delle creature nelle quali pare che, per una sovrumana specialissima grazia, l’universo si sia compiaciuto. Non sono esse circoli chiusi di intelligenza e senso, ma restano attraverso ogni fibra della loro vita attaccati all’essere del mondo. Come quei prismi che tutti i lati raccolgono e rinviano la luce e l’immagine, così esse in sé riflettono con la mente le vicende delle cose, l’eterno. A differenza degli altri mortali la loro sensibilità non è circoscritta alle cose, ma per una aerea simpatia giunge nelle profondità misteriose dove si origina la vita. Sono queste creature come la parola incarnata dell’universo, esse esprimono nel rapido abbagliante raggio della loro esistenza, il significato eterno delle apparenze sensibili. L’anima loro non ha passioni, né tragedie, né convulsioni, piena dell’eterno scorre sulle cose come un’acqua montana che s’affretta all’oceano, né può lo spettacolo delle più lussureggianti rive trattenerle. Di rado esse s’incontrano. Ma quando ciò, per misteriose, sapienti leggi accade, allora tutto il chiuso ardore delle anime loro si muta in altissima fiamma che illumina il mondo.>>
Per acquistare il libro
FRANCESCA DIANO
(C) 2023 by Francesca Diano RIPRODUZIONE RISERVATA
Commenti recenti