Agghiacciante silenzio – una poesia di Neal Hall tradotta da Francesca Diano

Neal Hall

Neal Hall

Neal Hall è un chirurgo americano, oftalmologo e poeta. Tre qualifiche completamente in armonia fra loro, perché la sua voce, che ha una potenza ipnotica, travolgente quando legge la sua poesia, è anche una voce che sonda e perfora ed estrae e rende visibile – che porta il “vedente al veduto” – il male, l’ingiustizia, i diritti calpestati, i pregiudizi, la sofferenza che l’uomo causa all’uomo. Nato a Warren, nell’Ohio, si è laureato alla Cornell University e successivamente si è specializzato ad Harvard, inoltre è stato medaglia d’oro alle Mini Olimpiadi.

Quasi del tutto sconosciuto da noi, è invece riconosciuto a livello mondiale come uno dei poeti più autorevoli e ha ottenuto moltissimi premi e riconoscimenti negli USA, in molti paesi africani, in Canada, in Nepal, in India, Jamaica e Indonesia. Vive negli Stati Uniti, dove esercita la sua professione ed è autore di quattro raccolte poetiche, Nigger for Life, Winter’s A’Coming Still, Where Do I Sit e Appalling Silence, da cui è tratta questa poesia e che è stato tradotto in telugu e urdu. E’ stato definito un “guerriero dello spirito” perché la sua poesia si ispira agli insegnamenti di Martin Luther King, Malcom X e a tutti quei profeti e anime illuminate che nei secoli hanno predicato l’abbattimento delle disuguaglianze, l’amore per il proprio prossimo, la compassione.  Quello che si può intendere, insomma, come “poeta civile”. Un tempo si diceva “impegnato”. Io lo definisco un grande poeta che crede nell’uomo. E’ anche la voce di quella che definisce unspoken America, quella parte della realtà americana che viene passata sotto silenzio, che non ha affatto cancellato il razzismo, le disuguaglianze. le differenze fra cittadini di serie A e quelli di serie B.

Eppure in lui è assente ogni retorica, inutile orpello quando la purezza della lingua, l’armonia sottilissima  dei suoni e la forza dirompente dell’amore per l’uomo rendono ogni suo testo un grande grido rivolto all’umanità.

Appalling Silence, che ho scelto di tradurre Agghiacciante silenzio, ispirata ad alcune parole famosissime di Martin Luther King, è un testo che dilania, perché dice il vero, perché così è ed è stato in ogni tempo e in ogni luogo, perché l’esperienza devastante di privare l’uomo della propria umanità o di non riconoscersela dentro. o di vedersela negata e sottratta è una atroce condizione dell’uomo, ma può essere anche un’esperienza individuale di cui si portano le ferite. E ancora più forte è l’impatto di questa poesia perché la sua forma perfetta, limpidissima, parrebbe fare a pugni con l’oggetto di cui parla, e invece proprio lo scontro di quella bellezza con quell’atrocità fa sì che si intensifichino e si esaltino reciprocamente. Hall non si sofferma a sottilizzare su quali siano i mali che l’umanità è in grado di produrre quando perde la sua umanità, l’essenza, quella che vede lògos e philìa inscindibilmente uniti insieme. Quando questo avviene, il nome collettivo  “umanità”, che indica l’insieme di coloro che condividono l’essenza dell’umano, si svuota immediatamente di senso e il nome non è più la cosa. Significante e significato vedono scardinato il legame inscindibile che li unisce e la lingua stessa perde di senso. Diviene un vuoto articolare di suoni sconnessi. Dunque si torna a una fase pre-umana, subumana. E’ questo il cammino perverso a ritroso verso cui l’uomo, quando dimentica e annienta la storia stessa della nostra evoluzione spirituale, si inoltra.

Francesca Diano

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Agghiacciante  silenzio

 

non è la notte

ma l’assenza di luce

non è l’ardore opprimente del deserto

ma la pioggia che manca di cadere

 

non è l’umanità che perde umanità

togliendo, negando umanità al proprio simile, ma

l’umanità che manca di trovare la propria umanità

lottando per ridare, per cedere di nuovo

l’umanità vista, presa, sottratta al proprio simile

non è il clamore stridente né le caustiche voci

dei malvagi, ma il silenzio agghiacciante

di quelli che dichiarano d’essere brava gente[1]

non è la notte,

ma l’assenza di luce

che ci tiene allo scuro

 

e in quell’oscurità non vanno ricordate

le parole dei nostri nemici, ma

il silenzio dei nostri amici.[2]

[1] Martin Luther King. “Potrà succedere che noi di questa generazione dovremo pentirci. Non solo per le parole caustiche e le azioni violente dei malvagi, ma per il silenzio agghiacciante e l’indifferenza delle brave persone che se ne stanno sedute e dicono: aspetta il momento giusto”. Martin Luther King Jr.A Testament of Hope: The Essential Writings and Speeches
[2] Ibidem

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Appalling Silence

it is not the night,

but the absence of light

it’s not the sweltering fervour of the desert
but the rainfall that fails to fall

it is not humanity that loses its humanity
taking, denying humanity from its fellow man, but
humanity that fails to find its humanity
fighting back to give back to grant back
humanity seen, taken, denied its fellow man

it is not the strident clamor nor the vitriolic voices
of the bad people, but the appalling silence
of those who claim to be the good people [1]

it is not the night,

but the absence of light

that keeps us in the dark

and in that darkness we must remember not
the words of our enemies, but
the silence of our friends [2]

[1] Martin Luther King
[2] ibid

(C) 2015 Neal Hall e per la traduzione Francesca Diano. RIPRODUZIONE RISERVATA

9 commenti (+aggiungi il tuo?)

  1. Paolo Statuti
    Ott 30, 2015 @ 08:46:11

    Ben vengano queste poesie che scuotono le coscienze, ridanno dignità agli esseri umani e fanno onore a chi le trova, le traduce e le pubblica, come “Nero su nero” di Urszula Kozioł che ho pubblicato recentemente nel mio blog. Grazie Francesca, uniamo le forze e teniamoci per mano! La Poesia ci aiuterà!

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  2. Francesca
    Ott 30, 2015 @ 11:56:37

    Grazie a te Paolo. Sì, questi sono poeti che la poesia davvero la vivono come missione di vita.

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  3. Paolo Statuti
    Ott 30, 2015 @ 13:31:20

    Come ad esempio William Stanley Merwin, da me tradotto recentemente, che si batte per la difesa delle foreste pluviali 🙂

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    • ubaldo de Robertis
      Gen 08, 2016 @ 13:44:44

      Questi sono i versi su cui dovremmo meditare. A lungo! L’umanitá che perde umanità è un pensiero agghiacciante, molto prossimo alla realtà e per questo mi fa sentire sempre più sconcertato e triste.
      Ubaldo de Robertis

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  4. Ubaldo.derobertis
    Gen 08, 2016 @ 12:50:15

    Semplicemente stupenda! E vera! E’ questo il sentiero in cui ogni uomo puó incontrare l’altro. Pesa assai il silenzio degli amici…
    Ubaldo de Robertis

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  5. Francesca
    Gen 08, 2016 @ 16:00:33

    Grazie Ubaldo di aver sottolineato la forza di questo poeta, di cui sto traducendo altre cose. E quando parlo di “tradurre”, non intendo dire “riscrivere” o “inventare”, aggiungendo e togliendo termini che non esistono nell’originale, come ho visto fare a qualcuno di recente. Intendo proprio trasmettere, trasporre da una lingua a un’altra – nel modo più fedele che mi sia possibile sia al pensiero, che alla scelta semantica che alla forma, trovando una formula che sia valida nella nostra lingua – un testo. Trovo infatti un atto di spaventosa mancanza di rispetto nei confronti di un autore dichiarare di presentarne una “traduzione” e poi proporre qualcosa che col testo (e magari pure con le intenzioni dell’autore) ha ben poco a che fare.
    Perché dico questo? Perché, soprattutto in un testo poetico, ma non meno nella prosa, la scelta delle parole è fondamentale. E’ il frutto di un lungo lavoro meditato, di elaborazione, ogni termine aggiunge alla poetica dell’autore, che nella quintessenza faticosamente distillata di un testo poetico, pulsa e si esprime.
    Dunque, che senso avrebbe tradire tutto questo, inventandosi delle traduzioni e di fatto negando all’autore la piena e reale espressione di sé?

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  6. Giuseppina Di Leo
    Gen 11, 2016 @ 21:39:38

    Conosco adesso Neal Hall grazie al prezioso lavoro di traduzione di Francesca Diano, e ne resto rapita.
    Non c’è alcun dubbio, il “silenzio agghiacciante” è peggio della morte.
    GDL

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  7. Francesca
    Gen 12, 2016 @ 02:15:58

    Felice, cara Giuseppina, che tu ammiri Hall come lo ammiro io. A breve pubblicherò delle altre sue poesie. Un abbraccio

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  8. Giuseppina Di Leo
    Gen 12, 2016 @ 23:55:17

    Sarò lieta di leggerle.
    Un carissimo abbraccio
    Giuseppina

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