Anita Nair. L’arte di dimenticare

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ho scritto questo post sul romanzo di Anita Nair (da me tradotto) nel 2010, quando fu pubblicato in Italia contemporaneamente all’uscita in India e UK.  Lo ripropongo volentieri perché ora (giugno 2012) sta uscendo in India il film tratto dal romanzo, col titolo originale “Lessons in forgetting”, di cui si può vedere qui sotto il trailer.

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Il film, girato in Kerala e a Bangalore, è prodotto da  Arowana Studios, produced by Prince Thampi, il regista è  Unni Vijayan e la sceneggiatura di Anita Nair stessa.  Gli attori sono Adil Hussain, Roshni Achreja, Maya Tideman, Raaghav Chanana, Karan Nair, Amey Wagh, Bhanu Prakash, Srilekha, Anuja Vaidya,Veena Sajnani, Lakshmi Krishnamurthy, Parthiv Shah, Sukitha Aiyar, Uttara Baokar.

 

Pochi mesi fa è uscito per i tipi di Guanda, “L’arte di dimenticare” di Anita Nair, l’ultimo romanzo, in ordine di tempo, dell’autrice del best seller  “Cuccette per signora”. Anche questo, come tutti gli altri romanzi di questa grande voce della letteratura indiana contemporanea, è stato da me tradotto. E con grande gioia.

E’  un romanzo dalla struttura di grande originalità, perché le vicende dei due protagonisti, Mira e Jak, si sviluppano e si dispiegano secondo la struttura a stadio dei cicloni.  La caratteristica di un ciclone è l’impossibilità di prevederne la formazione. Non si sa dove e quando colpirà. I suoi effetti sono imprevedibili.

Mira è una raffinata signora di Bangalore, sposata e con due figli. La sua vita di moglie apparentemente appagata di un manager di successo e di autrice di libri di cucina si svolge all’interno di una casa antica, la casa lilla, che è quasi monumento nazionale, tra ricevimenti raffinati, incombenze familiari e  intense relazioni sociali. All’improvviso suo marito scompare. Senza un motivo apparente.

Jak, docente universitario e studioso di cicloni, è tornato a Bangalore dagli USA per assistere la giovane figlia,  ridotta a un tronco senza vita cosciente a  causa di un incidente misterioso. Che è accaduto?

Le circostanze li portano a incontrarsi e a sopravvivere, ciascuno a suo modo, al ciclone che ha colpito le loro vite, per poi tentare di ricostruire un futuro. Per trovare una nuova possibilità. Insieme.

Il fascino del romanzo è nella scrittura, ma soprattutto nella struttura originale, che crea una tensione costante tra i vari personaggi.

Il romanzo affronta    anche il tema drammatico del feticidio femminile, una piaga che, pur vietata per legge, seguita a mietere vittime innocenti in India.

E’ soprattutto una storia di circostanze e vite che si intrecciano, di come, dopo le devastazioni, si possa guardare a un nuovo inizio e di come l’amore in tutte le sue sfumature e coniugazioni e la solidarietà possa essere un potente agente di rinnovamento.

Come tutti i romanzi di Anita Nair, anche questo ha una fine aperta. La vita è imprevedibile e una conclusione precisa è, nella visione della Nair, una contraddizione. La vita è una faccenda aperta, il romanziere che voglia darne un’immagine, non può che lasciare alla vita stessa la scelta.

(C)2012 by Francesca Diano RIPRODUZIONE RISERVATA

4 commenti (+aggiungi il tuo?)

  1. fernirosso
    Giu 29, 2012 @ 15:17:04

    lo cerco Francesca grazie per la presentazione.ferni

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  2. Francesca
    Giu 29, 2012 @ 20:15:29

    assolutamente sì!

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