Buon compleanno Maya Angelou.

QUATTRO POESIE DI MAYA ANGELOU

Traduzione  di Francesca Diano

 

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Foto di (C) Ross Rossin, 2013

 

Maya Angelou (Saint Louis 4/04/1928 – Winston-Salem 2014), icona femminile americana, scrittrice e poetessa afroamericana, è stata una donna che, con un’espressione inglese, si può definire, senza tema di esagerare, larger than life. Poetessa famosissima, scrittrice sì, ma anche attrice di teatro, ballerina, attivista fra le più importanti, al fianco di Malcom X e Martin Luther King, autrice di drammi teatrali, di programmi televisivi, cantante, giornalista, docente universitaria, regista cinematografica e, per un breve periodo in gioventù, anche prostituta.

Soleva affermare spesso: “Sono umana e nulla di umano mi è estraneo”, poiché la vita le aveva insegnato a non giudicare e non condannare, ma a capire, a perdonare e a trasformare.

Ha vinto i premi letterari più importanti ed è stata finalista al Pulitzer per la poesia. Autrice di ben sette autobiografie, che in realtà Angelou voleva fossero considerate delle autofiction, negli USA è stata ed è ancora un’istituzione nazionale. La sua  voce è stata fra le più autorevoli, sia come poetessa e scrittrice, che come saggista e attivista. È stata nominata più volte membro di commissioni della Presidenza degli Stati Uniti ed insignita di Medaglia nazionale delle Arti dal Congresso e di una Medaglia presidenziale per la Libertà dal presidente Obama. Il Presidente Clinton la volle al proprio fianco durante la cerimonia del suo insediamento e in quell’occasione Angelou compose e lesse la poesia Still I Rise.

L’opera che le diede la grande notorietà fu una delle sue autobiografie, I Know Why the Caged Bird Sings, (So perché canta l’uccello in gabbia) in cui narra anche dello stupro subito da adolescente e della durezza della sua infanzia e adolescenza. Pubblicò varie raccolte poetiche, da cui queste poesie sono tratte. Molto del grande fascino della sua poesia è nella potenza e nella suggestione della recitazione, un aspetto che, se da noi è trascurato, riceve invece grandissima attenzione all’estero, soprattutto fra i poeti americani.

In Italia, dove è ben poco conosciuta, di lei non è tradotto quasi nulla, se non una raccolta di saggi e i due primi volumi dei sette autobiografici.

Tutta la produzione letteraria e l’ispirazione di Maya Angelou affondano le radici nella condizione difficile di donna, di nera e povera in un’America ancora violentemente discriminante, condizione che ha combattuto tutta la vita con la forza, la passione e il coraggio delle sue azioni e delle sue parole. Rivendicando con orgoglio, ma sempre con la semplicità dell’amore, il proprio essere donna, nera ma soprattutto un essere umano. È stata, fino agli ultimi anni della sua vita, un’instancabile conferenziera, poiché convinta del potere trasformatore della parola.

Forse le sue poesie possono apparire leggermente retoriche, ma sbaglieremmo a giudicarle tali. Il suo linguaggio è diretto, talvolta colloquiale, semplice solo in apparenza. La forma cantilenante, le sonorità della rima e delle assonanze, facilitano invece la penetrazione di idee tutt’ora niente affatto scontate nella società americana, convogliando in uno stile un po’ “da predicatore” a volte, a volte da canzone di protesta, concetti forti di uguaglianza di genere, di culture, di razze, di livello socioeconomico.

Sì, Buon Compleanno Donna Fenomenale! Abbiamo ancora bisogno di te.

F. D.

 

SOLI

 

A letto, a pensare

Ieri notte

Come trovare casa alla mia anima

Dove l’acqua non abbia sete

E il pane non sia pietra

Ho capito una cosa

Non credo di sbagliarmi

Che nessuno

Ma nessuno

Qui può cavarsela da solo.

 

Da solo, tutto solo

Nessuno, proprio nessuno

Qui può cavarsela da solo.

 

Ci sono milionari

Con denaro che non sanno usare

Le mogli corrono a destra e a manca come furie

I loro figli fanno il piagnisteo

Si rivolgono a medici costosi

Per curare i loro cuori di pietra.

Ma nessuno

No, nessuno

Qui può cavarsela da solo.

 

Adesso se mi ascolti attentamente

Ti dirò quel che so

Nuvole tempestose si vanno adunando

Il vento soffierà

La razza umana soffre

E io ne sento i gemiti,

Perché nessuno

Ma proprio nessuno

Qui può cavarsela da solo.

 

 

ALONE

Lying, thinking

Last night

How to find my soul a home

Where water is not thirsty

And bread loaf is not stone

I came up with one thing

And I don’t believe I’m wrong

That nobody,

But nobody

Can make it out here alone.

 

Alone, all alone

Nobody, but nobody

Can make it out here alone.

 

There are some millionaires

With money they can’t use

Their wives run round like banshees

Their children sing the blues

They’ve got expensive doctors

To cure their hearts of stone.

But nobody

No, nobody can make it out here alone.

 

Alone, all alone

Nobody, but nobody

Can make it out here alone.

 

Now, if you listen closely

I’ll tell you what I know

Storm clouds are gathering

The wind is gonna blow

The race of man is suffering

And I can hear the moan,

‘Cause nobody,

But nobody

Can make it out here alone.

 

 

LA PULSAZIONE DEL MATTINO 1

 

Una Roccia, Un Fiume, Un Albero

Ospitanti di specie scomparse da tempo,

Segnavano il mastodonte,

Il dinosauro, che ha lasciato ricordi rinsecchiti

Del suo soggiorno qui

Sul suolo del pianeta,

Ogni chiaro allarme del suo fato che rapido incombeva

È perso nelle tenebre del tempo e della polvere.

 

Ma oggi, la Roccia ci grida a gran voce, chiara e potente,

Venite, potete stare sul mio

Dorso e guardare il lontano destino che vi attende,

Ma non cercate il cielo alla mia ombra,

Non vi offrirò quaggiù alcun nascondiglio.

 

Voi, creati appena meno degli

Angeli, siete rimasti acquattati troppo a lungo

Nel buio che ferisce

Troppo a lungo siete rimasti

A muso duro nell’ignoranza,

Riversando dalla bocca parole

Pronte in armi al massacro.

 

Oggi la roccia grida a gran voce, potete stare su di me,

Ma non nascondetevi la faccia.

Oltre il muro del mondo,

Un fiume canta uno splendido canto,

Venite a riposare accanto a me.

 

Ognuno di voi è un paese rinchiuso fra confini

Delicato e stranamente inorgoglito

Eppure costantemente sotto assedio.

Le vostre lotte armate per il profitto

Hanno lasciato colletti di rifiuti sul

Mio lido, correnti di detriti sul mio petto.

Ma oggi vi chiamo alla mia riva,

Se smetterete di studiare la guerra.

 

Venite, vestiti di pace e io canterò i canti

Che il Creatore mi ha dato quando io

E l’albero e la pietra eravamo un’unica cosa.

Prima che il cinismo vi marchiasse a fuoco la fronte

E quando ancora sapevate di non sapere nulla.

Il fiume canta e seguita a cantare.

 

C’è un’autentica brama di rispondere al

Fiume che canta e alla roccia sapiente.

Così dicono gli asiatici, gli ispanici, gli ebrei.

Gli africani e i nativi americani, i Sioux,

I cattolici, i greci, i francesi e i musulmani.

 

Gli irlandesi, il rabbino, il prete, lo sceicco,

Il gay, l’etero, il predicatore,

Il privilegiato, il senzatetto, l’insegnante.

La sentono. Tutti loro la sentono

La voce dell’albero.

 

Oggi, il primo e l’ultimo di ogni albero

Parlano all’umanità. Venite da me, qui accanto al fiume.

Piantatevi vicino a me, qui accanto al fiume.

 

Per ognuno di voi, discendenti di qualche

Viaggiatore passato, c’è stato un pagamento.

Voi, che mi avete dato il mio primo nome,

Tu Pawnee, Apache e Seneca,

Tu nazione Cherokee, che ti sei riposata con me,

Poi, costretti a marciare con piedi insanguinati,

Mi lasciaste al servizio di altri cercatori –

Avidi di guadagno, affamati d’oro.

 

Voi, il turco, lo svedese, lo scozzese, il tedesco…

Voi gli ashanti, gli youruba, i kru,

Comprati, venduti, rubati, che arrivaste in un incubo

Pregando per un sogno.

 

Ecco, radicatevi accanto a me.

Sono l’albero piantato accanto al fiume,

Che non sarà rimosso.

Io, la roccia, io il fiume, io l’albero

Io sono vostro – i vostri viaggi sono stati pagati.

Alzate il viso, avete un acuto bisogno

Che questo mattino luminoso sorga per voi.

La storia, nonostante il suo straziante dolore,

Non può essere annullata e, se guardata con coraggio,

Non ha bisogno di esser rivissuta.

 

Alzate gli occhi al

Giorno che per voi sta spuntando.

Generate di nuovo

Il sogno.

 

Donne, bambini, uomini,

Prendetelo fra le vostre mani.

Modellatelo secondo il vostro

Più privato bisogno. Scolpitelo a formare

La vostra immagine pubblica.

Sollevate i cuori.

Ad ogni nuova ora nuove possibilità

Per nuovi inizi.

 

Non rimanete legati per sempre

Alla paura, aggiogati in eterno

Alla brutalità.

 

L’orizzonte si tende,

Offrendovi lo spazio per nuovi passi verso il cambiamento.

Qui, seguendo il pulsare di questa bella giornata

Potrete avere il coraggio

Di alzare gli occhi verso di me,

La roccia, il fiume, l’albero, il vostro paese.

Tanto per Mida che per il mendicante.

Così ora per voi come allora per il mastodonte.

 

Qui, sul pulsare di questo nuovo giorno

Potreste avere la grazia di alzare gli occhi e scorgere

Gli occhi della sorella,

Il viso del fratello, il vostro paese

E dire semplicemente

Molto semplicemente

Con speranza

Buon mattino.


  1. Testo letto alla cerimonia di insediamento di Bill Clinton, che volle Maya Angelou come inaugural poet. Fu Kennedy il primo presidente americano a stabilire tale tradizione.

 

ON THE PULSE OF THE MORNING

 

A Rock, A River, A Tree

Hosts to species long since departed,

Mark the mastodon.

The dinosaur, who left dry tokens

Of their sojourn here

On our planet floor,

Any broad alarm of their hastening doom

Is lost in the gloom of dust and ages.

 

But today, the Rock cries out to us, clearly, forcefully,

Come, you may stand upon my

Back and face your distant destiny,

But seek no haven in my shadow.

I will give you no hiding place down here.

 

You, created only a little lower than

The angels, have crouched too long in

The bruising darkness,

Have lain too long

Face down in ignorance.

Your mouths spilling words

Armed for slaughter.

 

The rock cries out today, you may stand upon me,

But do not hide your face.

Across the wall of the world,

A river sings a beautiful song,

Come rest here by my side.

 

Each of you a bordered country,

Delicate and strangely made proud,

Yet thrusting perpetually under siege.

Your armed struggles for profit

Have left collars of waste upon

My shore, currents of debris upon my breast.

Yet, today I call you to my riverside,

If you will study war no more.

 

Come, clad in peace and I will sing the songs

The Creator gave to me when I

And the tree and stone were one.

Before cynicism was a bloody sear across your brow

And when you yet knew you still knew nothing.

The river sings and sings on.

 

There is a true yearning to respond to

The singing river and the wise rock.

So say the Asian, the Hispanic, the Jew,

The African and Native American, the Sioux,

The Catholic, the Muslim, the French, the Greek,

 

The Irish, the Rabbi, the Priest, the Sheikh,

The Gay, the Straight, the Preacher,

The privileged, the homeless, the teacher.

They hear. They all hear

The speaking of the tree.

 

Today, the first and last of every tree

Speaks to humankind.

Come to me, here beside the river.

 

Plant yourself beside me, here beside the river.

Each of you, descendant of some passed on

Traveller, has been paid for.

 

You, who gave me my first name,

You Pawnee, Apache and Seneca,

You Cherokee Nation, who rested with me,

Then forced on bloody feet,

Left me to the employment of other seekers—

Desperate for gain, starving for gold.

 

You, the Turk, the Swede, the German, the Scot…

You the Ashanti, the Yoruba, the Kru,

Bought, sold, stolen, arriving on a nightmare

Praying for a dream.

 

Here, root yourselves beside me.

I am the tree planted by the river,

Which will not be moved.

I, the rock, I the river, I the tree

I am yours—your passages have been paid.

Lift up your faces, you have a piercing need

For this bright morning dawning for you.

History, despite its wrenching pain,

Cannot be unlived, and if faced with courage,

Need not be lived again.

 

Lift up your eyes upon

The day breaking for you.

Give birth again

To the dream.

 

Women, children, men,

Take it into the palms of your hands.

Mold it into the shape of your most

Private need. Sculpt it into

The image of your most public self.

Lift up your hearts.

Each new hour holds new chances

For new beginnings.

Do not be wedded forever T

o fear, yoked eternally

To brutishness.

 

The horizon leans forward,

Offering you space to place new steps of change.

Here, on the pulse of this fine day

You may have the courage

To look up and out upon me,

The rock, the river, the tree, your country.

No less to Midas than the mendicant.

No less to you now than the mastodon then.

 

Here on the pulse of this new day

You may have the grace to look up and out

And into your sister’s eyes,

Into your brother’s face, your country

And say simply

Very simply

With hope

Good morning.

 

 

ANCORA SORGO

 

Mi potrai denigrare nella storia

Con odiose menzogne travisanti,

Potrai schiacciarmi nel letame

Ma ancora, come polvere, mi saprò levare.

 

La mia sfacciataggine ti offende?

Perché sei così tetro?

Perché cammino come avessi un giacimento

Da cui estraggo petrolio nel salotto?

 

Proprio com’è per la luna e per il sole,

Con la certezza delle maree,

Proprio come il librarsi di speranze,

Ancora saprò sorgere.

 

Tu volevi vedermi avvilita?

Testa china ed occhi bassi?

Spalle cadenti come lacrime,

Infiacchita da pianti disperati?

 

Il mio orgoglio ti offende?

Ma non prenderla sul tragico

Perché rido come avessi giacimenti

D’oro nel mio cortile da scavare.

 

Mi puoi sparare con le tue parole,

Coi tuoi occhi mi puoi  perforare,

Col tuo odio puoi uccidermi,

Ma ancora come l’aria mi saprò levare.

 

La mia sensualità ti turba?

È per te una sorpresa

Che io danzi come avessi dei diamanti

Lì dove si uniscono le cosce?

 

Dalle baracche della vergogna della storia

Io sorgo

Da un passato radicato nel dolore

Io sorgo

Sono un oceano nero, vasto e danzante,

Sgorgando e gonfiandomi ho in me la marea.

Abbandonando le notti di paura e terrore

Io sorgo

Nell’alba di un giorno meravigliosamente chiaro

Io sorgo

Con me ho i doni dei miei antenati,

Sono sogno e speranza dello schiavo.

Io sorgo

Io sorgo

Io sorgo.

 

 

STILL I RISE

 

You may write me down in history

With your bitter, twisted lies,

You may trod me in the very dirt

But still, like dust, I’ll rise.

 

Does my sassiness upset you?

Why are you beset with gloom?

‘Cause I walk like I’ve got oil wells

Pumping in my living room?

 

Just like moons and like suns,

With the certainty of tides,

Just like hopes springing high,

Still I’ll rise.

 

Did you want to see me broken?

Bowed head and lowered eyes?

Shoulders falling down like teardrops,

Weakened by my soulful cries?

 

Does my haughtiness offend you?

Don’t you take it awful hard

‘Cause I laugh like I’ve got gold mines

Diggin’ in my own backyard.

 

You may shoot me with your words,

You may cut me with your eyes,

You may kill me with your hatefulness,

But still, like air, I’ll rise.

 

Does my sexiness upset you?

Does it come as a surprise

That I dance like I’ve got diamonds

At the meeting of my thighs?

 

Out of the huts of history’s shame

I rise

Up from a past that’s rooted in pain

I rise

I’m a black ocean, leaping and wide,

Welling and swelling I bear in the tide.

 

Leaving behind nights of terror and fear

I rise

Into a daybreak that’s wondrously clear

I rise

Bringing the gifts that my ancestors gave,

I am the dream and the hope of the slave.

I rise

I rise

I rise.

 

DONNA FENOMENALE

 

Le donne graziose si chiedono dove stia il mio segreto.

Non sono vezzosa né ho un corpo da modella

Ma quando inizio a dirlo

Pensano che io menta.

 

Io dico,

È nell’apertura delle mie braccia,

Nell’ampiezza dei miei fianchi,

Nell’andatura dei miei passi,

Nella curva delle mie labbra.

 

Sono una donna

In modo fenomenale.

Una donna fenomenale,

Ecco chi sono.

 

Entro in una stanza

Distaccata quanto vi pare

Vado verso un uomo

Gli altri stanno in piedi o

Cadono in ginocchio

Poi mi sciamano intorno

Un nugolo di api.

 

Io dico

È il fuoco che ho negli occhi

E il balenio dei miei denti

Il mio ancheggiare

E la gioia dei piedi.

 

In modo fenomenale.

Una donna fenomenale.

Ecco chi sono.

 

Gli stessi uomini si sono chiesti

Cosa vedano in me

In ogni modo tentano

Ma non riescono a sfiorare

Il mistero che è in me.

Quando tento di mostrarlo

Ancora dicono di non riuscirci.

 

Io dico

È nell’arco della mia schiena

È il sole del mio sorriso

È l’attrazione dei miei seni

La grazia del mio stile.

 

In modo fenomenale.

Una donna fenomenale.

Ecco chi sono.

 

Ora capite

Perché non piego la testa

Perché non grido né mi metto a saltare

O devo parlare a voce alta

Quando mi vedete passare

Dovreste essere orgogliose.

 

Io dico

È il ticchettio dei miei tacchi,

L’onda dei capelli,

Il palmo delle mani,

Il bisogno di aver cura di me.

 

Perché sono una donna

In modo fenomenale.

Una donna fenomenale

Ecco chi sono.

 

PHENOMENAL WOMAN 

Pretty women wonder where my secret lies.

I’m not cute or built to suit a fashion model’s size

But when I start to tell them,

They think I’m telling lies.

 

I say, It’s in the reach of my arms

The span of my hips,

The stride of my step,

The curl of my lips.

I’m a woman

Phenomenally.

Phenomenal woman,

That’s me.

 

I walk into a room Just as cool as you please,

And to a man,

The fellows stand or

Fall down on their knees.

Then they swarm around me,

A hive of honey bees.

 

I say,

It’s the fire in my eyes,

And the flash of my teeth,

The swing in my waist,

And the joy in my feet.

 

I’m a woman

Phenomenally.

Phenomenal woman,

That’s me.

 

Men themselves have wondered

What they see in me.

They try so much

But they can’t touch

My inner mystery. When I try to show them

They say they still can’t see.

 

I say, It’s in the arch of my back,

The sun of my smile,

The ride of my breasts,

The grace of my style.

 

I’m a woman

Phenomenally.

Phenomenal woman,

That’s me.

 

Now you understand

Just why my head’s not bowed.

I don’t shout or jump about

Or have to talk real loud.

When you see me passing

It ought to make you proud.

 

I say,

It’s in the click of my heels,

The bend of my hair, the palm of my hand,

The need of my care,

‘Cause I’m a woman

Phenomenally.

Phenomenal woman,

That’s me.